La cucina futurista e non solo (seconda parte)

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Continuiamo senz’altro ad esplorare il libro sulla Cucina Futurista. Ci riserva sorprese e novità che non possono non incuriosire chiunque ami la storia dei fenomeni che hanno condotto la civiltà occidentale a mostrare così tanto interesse per il mondo della gastronomia. Come anche chiunque debba interessarsene per professione.

Non si vuole pubblicizzare il libro, ma soltanto prendere spunto dai suoi contenuti per poi proseguire nella storia dell’arte e della cultura occidentali in genere, per scoprire quali percorsi hanno seguito le varie arti per giungere a quanto dicevamo nel primo intervento su questo blog. Cercare cioè di capire in quanti e quali modi gli Europei, e chi li imita in seno alla globalizzazione del XXI secolo, si sono comportati creativamente verso il mondo dei cibi e delle bevande, in primis alcoliche.

Nell’excursus sulla storia del Futurismo e su come al suo interno furono toccati argomenti, e vissute esperienze, di natura gastronomica vengono aperti scenari che toccano per l’appunto il mondo della cultura in genere. Tuttavia non ci si vuole soffermare sui molti e succosi particolari che l’autore, che si dichiara futurista egli stesso del XXI secolo, affronta ed espone con una ricchezza di documentazione iconografica veramente sorprendente.

Noi ci limitiamo ad accennare ai riferimenti meno diretti al mondo futurista, come, ad esempio, l’incontro con il poeta Guillaume Apollinaire, amico e animatore di tutti i movimenti artistici del XX secolo, e quindi anche del Futurismo.

Curioso, infine, e interessante per vari motivi che lasciamo immaginare al lettore, è scoprire come i futuristi fossero impegnati nel creare neologismi coerenti con le proprie tematiche artistiche, proponendo la sostituzione di termini gastronomici stranieri con loro proposte linguistiche in Italiano, che non hanno poi trovato conferma nell’uso comune, come:

  • castagne candite per marrons glacés
  • consumato per consommé
  • fondenti per fondants
  • fumatoio per fumoir
  • guidapalato per maitre d’hotel
  • lista o listavivande per menu
  • mescitore per barman
  • peralzarsi per dessert
  • polibibita per cocktail
  • poltiglia per purée
  • pranzoalsole per picnic
  • quisibeve per bar
  • traidue per sandwich

Ecco che con l'esserci soffermati sul connubio ricco e foriero di sviluppi interessanti, quale quello della gastronomia e delle arti visive, si è giunti all'ambito linguistico che non può non offrirci l'opportunità, ma vorrei dire l'obbligo, di ricordare a chi legge il provinciale vezzo imperante ormai nell'uso pubblico dell'Italiano, nostra lingua nazionale. Pubblico, cioè a dire soprattutto giornalistico e politico.

Così come i futuristi si comportarono in modo alquanto ridicolo - ma la temperie fascista ne fu una sicura ispiratrice - è giusto ritenere che anche ora con l'Inglese ci si comporta in modi che sono, oltre che provinciali, spesso anche ridicoli, immotivati, snob - e di uno snobismo talvolta anche scorretto - e indirettamente sussiegosi. Il problema è che il Jobs act e la Spending review partirono ben prima delle discussioni per la Stepchild adoption, così come il Focus sul Retail e gli Asset under Management. Tuttavia una partnership con un paese della one belt one road strategy risulterebbe senz'altro produttiva se finanziata dal New Silk Road Fund e dall Asian Infrastructural Investment Bank. O no?!

Il tema è tanto interessante e articolato che ci torneremo in un prossimo intervento.