Inventario enogastronomico e un po’ anarchico: il produttore

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La giungla dei produttori di vino è piena di categorie diverse e, ad un occhio non esperto, sembra automatico che chi imbottiglia il vino sia anche colui il quale produce l’uva.

E allora per evitare confusione, cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.

Il Vignaiolo o Viticoltore: è colui che produce direttamente la propria uva e coltiva i propri terreni. E’ una definizione che viene usata impropriamente anche da grossissimi produttori o da personaggi di vario genere per definire se stessi e apparire più vicini alla terra. È una forma di marketing agricolo che confonde molto le idee sulla verità: i viticoltori veri si sporcano le scarpe di terra tutti i giorni, non solo a favore di una telecamera. Se non è ancora chiara la differenza, diffidate da eventuali plastici esplicativi o di mediazioni sinistrorse a dorso di uno yacht.

Il Produttore propriamente detto, può possedere o meno la cantina. A volte, infatti, i piccoli produttori si affidano ad una cantina terza per le fasi di vinificazione e imbottigliamento. In questo caso si potrà riconoscere in retro etichetta che il produttore ha un nome diverso dall’azienda che invece ha imbottigliato - quest’ultima identificata per legge con proprio nome legale o più spesso con un codice ICQRF-. In caso contrario, quando invece viticoltore e cantina coincidono, sulla retro etichetta la dicitura sarà “prodotto e imbottigliato da…”

La Cantina, al contrario, può anche non avere vigneti: alcune aziende infatti acquistano l’uva dai viticoltori e la vinificano in proprio. Il rischio in questi casi è di non poter seguire personalmente tutte le fasi produttive ma di doversi accontentare del lavoro fatto da altri. Il vantaggio invece è quello di non doversi sobbarcare costi produttivi e rischio climatico.

In realtà, il 90% dei produttori di vino in Italia possiede la propria cantina integrata con la fase agricola. Questa categoria però riesce a ricoprire solo il 20% della produzione di vino complessiva, pure essendo di qualità.

Un discorso a parte meritano le Cantine Sociali: queste vinificano l’uva direttamente prodotta dai loro soci e risultano essere una grande risorsa per i piccoli viticoltori. Sono strutture che non sempre nel corso degli anni sono riuscite a produrre qualità, anche a causa di un progressivo abbandono dei vigneti da parte dei produttori anziani e di un orientamento diretto prevalentemente verso la quantità. In passato infatti la produzione era improntata alla quantità necessaria a soddisfare le richieste di altre Regioni e Nazioni: si riempivano cisterne dirette al Nord in modo che i nostri vini robusti “aiutassero” i vini più deboli. Mentre aiutavamo gli altri però, facevamo del male a noi stessi. Ma si sa: il popolo Pugliese ha un gran cuore.

Obiettivamente bisogna ammettere che queste grandi realtà sono necessarie in un’economia fragile come la nostra, portando ricchezza e opportunità di lavoro sul territorio.

Negli ultimi anni molte sono state chiuse ma ci sono alcuni casi virtuosi di Cantine Sociali che riescono a selezionare le uve e a produrre vini di un certo pregio. Molte altre purtroppo no. Il discorso è ampio e meriterà sicuramente un ulteriore approfondimento futuro.

Gli Imbottigliatori sono aziende commerciali che si occupano per l’appunto di imbottigliare il vino che acquistano da altre aziende, etichettarlo a proprio nome e di venderlo senza avere alcun legame con la terra. E’ la categoria che lascia spazio a più interpretazioni ma non ve ne daremo neanche una perché saremmo troppo cattivi.

Una cosa è certa: si può nascere Vignaioli ma si può anche diventarlo. Si possono avere origini in agricoltura o nell’imprenditoria ma l’importante è non dimenticare mai che la base di tutto, per poter avere un vantaggio rispetto alla concorrenza mondiale, è sempre il legame con la terra, che distingue un vino da qualunque altro prodotto industriale. Un legame che si deve basare sul rispetto, sulla conoscenza e sull’amore per quello che siamo, che facciamo e che lasciamo in eredità.