Forse non molti sanno che nel mondo dell’arte vi è sempre stato un notevole ed esplicito interesse per la cucina, la gastronomia, per particolari contesti riferiti a quel mondo.
Ciò è vero almeno fin dalle pitture pompeiane e romane in generale, cosa peraltro comprensibilissima se si tiene conto del carattere edonistico e gaudente che caratterizzò il mondo classico.
Però, una tale constatazione diventa soprattutto vera e, riteniamo, più interessante, quando ci riferiamo all’Arte moderna, e specificatamente all’arte del ‘900, con le sue avanguardie storiche, i famosi movimenti spesso definiti banalmente < ismi >, cominciando dal Simbolismo, a cavallo fra otto e novecento e su, su, fino ad arrivare all’Arte (a noi) Contemporanea.
Le smanie gastronomiche della nostra epoca, che ciascuno può constatare attraverso le numerose trasmissioni televisive, le pubblicazioni specialistiche presenti in edicole e librerie, le rubriche a tema di quotidiani e settimanali, possono ormai perfino infastidire, o passare inosservate, mentre la cucina come centro di interesse per l’arte e la letteratura resta lì come documento storico di quanto essa sia evidentemente fonte di creatività, più che pratico punto di arrivo e di mero sfruttamento per fini comunicativi, come viene considerata oggigiorno dai mass media.
Limitandoci a considerare per ora soltanto il mondo dell’arte figurativa abbiamo scoperto una recente pubblicazione, di fatto un bellissimo libro pubblicato da Adda Editore di Bari, opera del professore Carmelo Calò Carducci, dal titolo “Prima… e dopo la Cucina futurista”.
A dire il vero qui non si intende ricordare soltanto questo bel libro, poiché attorno ad esso vi è anche stata la possibilità e fortuna di assistere all’ erudita presentazione fatta a Bari dallo stesso autore, con ricche proiezioni di documenti scritti e fotografici del mondo futurista.
Si è così riusciti a entrare nello spirito gastronomico del Futurismo, movimento artistico d’avanguardia che si pensava, erroneamente, di conoscere a sufficienza.
Eppure, l’aspetto forse più interessante di questa esperienza culturale è stato capire che la gastronomia, come sicuramente tante altre forme dell’espressività umana, entra di diritto nel mondo della Cultura, quando e se riesce a caratterizzarsi per degli aspetti creativi che non si limitano a una cucina come semplice mezzo di realizzazione di cibi per il sostentamento dell’Uomo.
Questo Blog sarà una vetrina virtuale del nostro vissuto reale.
Insomma, cercheremo di renderci interessanti evitando il più possibile “classifiche” e “foto di gattini”. Anche se per le ultime avremo molte difficoltà nel trattenerci.
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